Da quando Farmindustria nel 2016 ha recepito nel proprio codice deontologico il codice EFPIA (European Federation of Pharmaceutical Industries and Association), entro il 30 giugno le aziende farmaceutiche associate pubblicano i trasferimenti di valore effettuati nell’anno precedente. In particolare, tramite un modulo standardizzato vengono rendicontati gli importi trasferiti a operatori e organizzazioni sanitarie relativi a erogazioni liberali e donazioni, eventi formativi, servizi e consulenze, oltre a quelli destinati alla ricerca e sviluppo. Purtroppo, nonostante questa fondamentale azione di trasparenza nelle relazioni tra industria del farmaco e professionisti sanitari, l’assenza di un report annuale e di un database unico ha generato solo “estrazioni selettive” dei dati volte ad alimentare ipotesi complottiste.
Al fine di aumentare la consapevolezza pubblica sui trasferimenti di valore e favorire la collaborazione tra industria, professionisti sanitari, organizzazioni sanitarie e pazienti, l’Osservatorio GIMBE ha realizzato il primo report nazionale per fornire un quadro oggettivo dei dati resi disponibili e identificare le aree per migliorare la trasparenza.
Le analisi sono state effettuate sui trasferimenti di valore di 14 aziende farmaceutiche che, insieme, rappresentano il 51,5% del fatturato totale di settore nel 2017. L’importo totale dei trasferimenti delle 14 aziende è di € 288 milioni: sulla base di questi dati, si stima un trasferimento totale di tutte le aziende associate a Farmindustria di circa € 550-580 milioni. Per le 14 aziende incluse nell’analisi € 45,9 milioni (15,9%) sono stati destinati ad operatori sanitari, € 124,8 milioni (43,3%) ad organizzazioni sanitarie e € 117,3 milioni (40,7%) alla ricerca e sviluppo con notevoli differenze tra le diverse aziende.
Il report rileva alcuni “problemi strutturali” che condizionano negativamente il livello di trasparenza dei dati pubblicati dalle singole aziende: inadeguatezza dei formati dei file per l’importazione e l’analisi, frequente mancanza di dati facoltativi, impossibilità di identificare i trasferimenti indiretti in favore degli operatori sanitari. Inoltre le aziende non sempre interpretano in maniera univoca alcuni punti del codice deontologico di Farmindustria, influenzando l’uniformità nel reporting dei dati.
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