Tutte le Regioni prevedono sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria, con un livello di autonomia tale da generare negli anni una vera e propria “giungla dei ticket”: infatti, le differenze regionali riguardano sia le prestazioni su cui vengono applicati (farmaci, prestazioni specialistiche, pronto soccorso, etc.), sia gli importi che i cittadini devono corrispondere, sia le regole per le esenzioni.
Integrando i dati del Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti con quelli del Rapporto OSMED 2018 sull’utilizzo dei farmaci in Italia, il report dell’Osservatorio GIMBE analizza in dettaglio composizione e differenze regionali della compartecipazione alla spesa sanitaria che nel 2018 sfiora i 3 miliardi di euro pari a quasi € 50 pro capite.
Complessivamente nel 2018 le Regioni hanno incassato per i ticket 2,968 miliardi (49 euro pro capite), di cui 1,608 miliardi relativi ai farmaci e 1,359 miliardi per le prestazioni di specialistica ambulatoriale, incluse quelle di pronto soccorso. In particolare, nell'ultimo anno i ticket sono aumentati di 83,4 milioni (+2,9%), di cui 22,4 (+1,7%) per le prestazioni specialistiche e 61 (+3,9%) per i farmaci. Ma sono marcate le diversità regionali. Le Regioni prevedono, infatti, sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria, con un livello di autonomia che genera grandi differenze sia riguardo le prestazioni su cui vengono applicati, sia sugli importi da corrispondere, sia sulle regole per le esenzioni.
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