La mobilità sanitaria è un fenomeno dalle enormi implicazioni sanitarie, sociali, etiche ed economiche, che riflette le grandi diseguaglianze nell’offerta di servizi sanitari tra le varie Regioni e, soprattutto, tra il Nord e il Sud del Paese.
Nel 2022, la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto il valore record di € 5,04 miliardi, cifra nettamente superiore a quella del 2021 (€ 4,25 miliardi), con un flusso enorme di pazienti e di risorse economiche in uscita dal Mezzogiorno verso Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, che si confermano le Regioni più attrattive. Il saldo è la differenza tra mobilità attiva, ovvero l’attrazione di pazienti provenienti da altre Regioni, e quella passiva, cioè la “migrazione” dei pazienti dalla Regione di residenza.
La Fondazione GIMBE ha realizzato un report utilizzando i dati economici aggregati per analizzare mobilità attiva, passiva e saldi, i flussi trasmessi dalle Regioni al Ministero della Salute per analizzare la differente capacità di attrazione delle strutture pubbliche e private di ogni Regione per le differenti tipologie di prestazioni erogate in mobilità e, infine, i dati Agenas su ricoveri e specialistica ambulatoriale.
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